Schede di lettura | Cosa sono e a cosa servono

Foto di Dariusz Sankowski su Unsplash


Una sezione dei miei Buoni propositi per il 2025 è dedicata ai libri

In essa ho scritto che vorrei soprattutto leggere quelli che ho già e, se proprio sento la necessità di comprarne di nuovi, di acquistare degli eBook (in quanto non so più dove accatastare quelli cartacei).

Il secondo proposito, probabilmente, è destinato a restare lettera morta: il richiamo del cartaceo è troppo forte per me!

Sul primo ci lavorerò con maggiore caparbietà!


Ad ogni modo, la sezione contiene anche un terzo proposito: compilare una scheda di lettura per ogni libro che leggerò durante l’anno.


Ho iniziato a redigere schede di lettura durante il periodo finale della mia laurea, quello dedicato alla tesi.

Ho, poi, continuato con tale pratica anche dopo, ma applicandola solo ai libri che pensavo potessero, poi, servirmi per la mia attività di saggista.

Ciò vuol dire che moltissimi volumi li ho letti, ma di loro non ho una scheda di lettura, perché pensavo che non mi sarebbero più “serviti” in futuro.

Un errore di cui mi pento, perché avere una “mappa” con cui “navigare” il libro quando lo si riprende in mano, riduce di molto i tempi, a tutto vantaggio della scrittura.


Ma cosa è una scheda di lettura?

Come ho appena scritto, ritengo le schede di lettura delle mappe con cui ritrovare il “tesoro” che si sta cercando.

In altre parole, esse non sono dei riassunti dei libri, di cui, francamente, non saprei che farmene, ma sono un elenco dei punti che mi hanno particolarmente colpito durante la lettura.

Una “scrematura” ulteriore rispetto ai punti che, durante la lettura, ho sottolineato.

In pratica, leggendo, sottolineo i punti che ritengo essere quelli di maggiore interesse e, quando incontro un concetto che ritengo particolarmente rilevante, lo segno sulla scheda di lettura accanto al numero della pagina in cui si trova.

Al termine della lettura mi trovo ad avere un libro più o meno sottolineato e una scheda di lettura più o meno breve (le mie schede sono, in genere, assai brevi).


Quando torno su un libro di cui ho una scheda di lettura, inizio la ricerca di ciò che mi serve (il “tesoro”) proprio dalla scheda. Ciò, tra l’altro, ha come conseguenza il “riattivarsi” della memoria: mi tornano in mente anche quei concetti che non ho appuntato sulla scheda.

La scheda/mappa mi aiuta, quindi, a ripercorrere mentalmente le varie tappe del percorso nella conoscenza che ho compiuto leggendo quel determinato volume.


Deve essere proprio una scheda?

No, a volte uso dei quadernetti (che conservo e catalogo), ma il vantaggio della scheda è che essa - ça va sans dire - la posso inserire in uno schedario dedicato e, all’occorrenza, ritrovare immediatamente.


Deve essere rigorosamente cartacea?

No, ma preferisco lo sia, in quanto, decisamente, il cartaceo, in questo frangente è più pratico (durante la lettura la scheda può essere inserita nelle pagine del libro), e porta meno distrazioni, in quanto l’attenzione non viene catturata dalle notifiche che lampeggiano sui vari dispositivi elettronici.


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Leggi anche: Digitale vs Cartaceo o Digitale + Cartaceo? 

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