Torna l'incubo nucleare

Torna l’incubo della guerra nucleare.
Un pericolo che non avvertivo così concretamente da quando ero adolescente e la Guerra Fredda tra il blocco sovietico e quello dei paesi occidentali provocava scintille che non si potevano ignorare.

Oggi le mie paure sono alimentate dal fatto che i due maggiori “duellanti” in campo sono persone alle quali personalmente non affiderei la custodia di 5 dei miei euro, figuriamoci concedergli di governare una nazione!
Due persone, il giovane Kim Jong-un (a capo della Corea del Nord) e il vecchio Donald Trump (a capo degli Stati Uniti), che vedrei meglio come sfidanti di un quiz televisivo, piuttosto che con in mano i codici dei missili con testata nucleare.

I due leader, infatti, per il carattere che dimostrano di avere, non mi paiono le persone più adatte a gestire un conflitto, in quanto, invece di fare in modo che il conflitto stesso venga sanato, mi pare godano a soffiare sul fuoco.
Danno l’impressione di comportarsi come quei bambini che si sfidano in continuazione, gareggiando a chi piscia o sputa più lontano, a chi lo ha più lungo, a chi trattiene il fiato per più tempo.
Sfide quelle dei due ragazzini, che non hanno conseguenze catastrofiche e che, al massimo, fanno tornare a casa uno dei due macchiato della piscia o dello sputo dell’altro.

Ben altra cosa, va da sé, la sfida tra i due leader.
Se uno dei due, per dimostrare all’altro e al mondo, di essere un uomo con le palle, sgancia una testata nucleare, provoca l’immediata reazione dell’altro che sarà pronto a lanciare i propri missili contro il nemico.
Una sfida che può portare alla morte di centinaia di migliaia di vittime innocenti.

Uno scenario, quello della guerra nucleare, che mi angoscia anche perché i comprimari chiamati dal loro ruolo istituzionale a fare da mediatori, non mi ispirano fiducia. 
Come si può, ad esempio, immaginare uno come Vladim Putin nel ruolo di paciere?

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Tatiana Pavlova